Presentato disegno di legge in Senato dal m5s per disciplina collaboratori parlamentari

ADNKRONOS = De Falco, presidente Aicp, 'apprezziamo sensibilità ma questione va risolta in Uffici presidenza' Roma, 30 mag. (Adnkronos) - Una disciplina del rapporto di lavoro tra i parlamentari e i loro collaboratori. Ecco cosa chiedono, con il disegno di legge presentato al Senato l'11 maggio 2021, i senatori del Movimento 5 Stelle Fabrizio Trentacoste, Valerio Iunio Romano, Giuseppe Auddino, Antonella Campagna, Marco Croatti, Giovanni Endrizzi, Agnese Gallicchio, Cinzia Leone, maria Laura Mantovani, Simona Nocerino, Sergio Romagnoli, Loredana Russo e Sergio Vaccaro. L'obiettivo del disegno di legge, illustrato dai proponenti all'inizio della relazione, è quello di ''porre fine all'annosa questione dell'inquadramento contrattuale'' dei COLLABORATORI PARLAMENTARI che, troppo spesso, non vedono riconosciuta in modo adeguato la propria professione. ''Come Associazione dei COLLABORATORI PARLAMENTARI siamo al corrente di questa iniziativa anche se non è la prima, dovrebbero essere almeno tre solo al Senato. L'Associazione apprezza la sensibilità dei parlamentari promotori di queste iniziative che sono un ulteriore elemento di riconoscimento di un tema che non si riesce a risolvere nonostante ci siano decine di segnalazioni di abusi sui collaboratori''. Questo il commento all'Adnkronos di Josè De Falco, presidente dell'Associazione italiana dei COLLABORATORI PARLAMENTARI (Aicp). Quindi sottopagati, senza orari, privati del proprio lavoro per questioni di favoritismo dei parlamentari nei confronti di amici o parenti. Queste condizioni di lavoro alle quali i collaboratori sono sottoposti risultano chiare agli occhi dei senatori che, presentando il disegno di legge, sperano di disciplinare i diritti inconcepibilmente calpestati di questi lavoratori. (segue) (Stg/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 30-MAG-21 12:51 NNNN

(2) = (Adnkronos) - ''Anche nelle scorse legislature -spiega De Falco- ci sono state simili iniziative. Nella legislatura XVII un ramo del Parlamento approvò la proposta ma poi l'iter non venne completato. Siamo entusiasti di questa nuova iniziativa e riconosciamo la bontà del disegno di legge che riconosce un tema negletto finché non avviene uno scandalo. Nel sostenere il riconoscimento professionale in via legislativa della figura del collaboratore parlamentare, siamo però consapevoli che questa non è la via risolutiva perché la soluzione dovrebbe avvenire negli Uffici di presidenza di ogni Camera. Noi chiediamo da anni, interloquendo con i rappresentanti e con gli Uffici, di uniformare la disciplina sul rapporto di lavoro a quella di qualsiasi altro Parlamento europeo''. Nonostante vi siano dei fondi appositi messi a disposizione dei parlamentari per far fronte alle spese per l'esercizio del mandato, nella relazione al ddl si legge che ''all'interno del Parlamento si rileva che almeno una parte dei collaboratori non ha un regolare contratto e il rimborso delle spese per l'esercizio del mandato viene utilizzato in modo distorto''. Oltre alla dignità dei lavoratori, affermano i senatori, l'altro elemento problematico riguarda la mancanza di trasparenza da parte del mondo politico e di tutte le istituzioni. Talvolta, pur in presenza di un contratto, ''i parlamentari abusano delle forme di lavoro con cui vengono contrattualizzati i propri collaboratori, i quali si vedono privati delle tutele necessarie. Tutto questo avviene, principalmente, perché non è previsto uno specifico inquadramento contrattuale: di fatto, i COLLABORATORI PARLAMENTARI vengono equiparati ai dipendenti di studi professionali''. (segue) (3) =

 

(3)= ADN0267 7 POL 0 ADN POL NAZ PARLAMENTO: SFRUTTATI E SOTTOPAGATI, ECCO DDL M5S CHE DIFENDE DIRITTI 'PORTABORSE'/ADNKRONOS (3) = (Adnkronos) - Anche De Falco ha sottolineato come in Italia non ci sia nessuna voce dedicata agli staff messa a disposizione dei parlamentari per la consultazione. ''Esiste solo una voce legata alle spese per l'esercizio del mandato che fa riferimento, però, a spese generiche. Questi fondi il parlamentare può destinarli a ciò che vuole, scegliendo tra varie voci (spese di ufficio, collegio elettorale, iniziative varie…). Si tratta di un fondo irrisorio. In ambito europeo, solo per gli staff, sono previsti 9mila euro in Francia, 14mila in Germania e 21mila al Parlamento europeo. Sono necessarie cifre molto più alte perché senza staff non ci può essere un'attività parlamentare adeguata. Anche perché, in Italia, il parlamentare rendiconta solo la metà delle spese sostenute e c'è la tendenza a non documentare quella metà non spesa in modo da vederla accreditata sul proprio conto. Insomma, percepiscono i fondi destinati ai collaboratori come se fossero risorse proprie e fanno contratti deboli''. La disciplina proposta nel ddl parte dal presupposto che il rapporto di lavoro tra i parlamentari e i loro collaboratori sia di tipo subordinato e che, salvo eccezioni concordate, sia di ''durata commisurata a quella della legislatura''. ''I membri del Parlamento -prosegue la relazione- non possono stipulare contratti di lavoro con il coniuge, con il convivente ovvero con propri parenti o affini entro il quarto grado, nonché con soggetti condannati con sentenza passata in giudicato per reati contro la pubblica amministrazione''. In merito alla retribuzione poi, gli Uffici di presidenza della camera e del Senato devono stabilire tramite apposite delibere le modalità di pagamento e il versamento di oneri fiscali e previdenziali. Da sottolineare che ''la retribuzione del collaboratore parlamentare non può in ogni caso essere inferiore ai minimi contrattuali definiti dalla legge per la natura o la tipologia di attività concordata tra le parti, commisurata alla natura e all'orario della prestazione''. I parlamentari possono inoltre attivare tirocini e sono tenuti a distinguere i propri collaboratori tra addetti di ufficio stampa, collaboratori legislativi, di segreteria e addetti ai rapporti con il territorio. Al termine della relazione al ddl, i senatori introducono anche la proposta di istituire un Registro comune dei collaboratori parlamentari che sia accessibile a chiunque e liberamente consultabile tramite i siti internet istituzionali delle Camere. ''L'iscrizione gratuita al predetto Registro da parte del collaboratore -spiegano- permetterà la frequenza di corsi di aggiornamento e studio promossi dalle pubbliche amministrazioni. I Parlamentari eletti potranno consultare l'elenco degli iscritti al Registro dei collaboratori parlamentari, consultare i loro profili e, in seguito alla stipula del contratto, usufruire delle loro competenze''. Ciò avrà il duplice scopo di capitalizzare le competenze acquisite dai collaboratori e permettere ai nuovi parlamentari di scegliere un collaboratore altamente qualificato. (segue) (Stg/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 30-MAG-21 12:51 NNNN

PARLAMENTO: SFRUTTATI E SOTTOPAGATI, ECCO DDL M5S CHE DIFENDE DIRITTI 'PORTABORSE'/ADNKRONOS (4) =

 

(4)= ADN0268 7 POL 0 ADN POL NAZ PARLAMENTO: SFRUTTATI E SOTTOPAGATI, ECCO DDL M5S CHE DIFENDE DIRITTI 'PORTABORSE'/ADNKRONOS (4) = (Adnkronos) - ''Siamo in contatto con i promotori del disegno di legge -conclude il presidente Aicp De Falco- e cercheremo di costruire iniziative sulla questione. Vogliamo risposte da parte degli Uffici di presidenza. Recentemente il presidente della Camera Fico si era speso in Aula dicendo che dopo i vitalizi avrebbe trattato la questione dei collaboratori. Ancora nulla di concreto." "Al Senato il problema è stato addirittura cancellato: quando si dibatte del bilancio interno, di questo neanche se ne parla. I senatori questori sostengono che i collaboratori guadagnino 2300 euro ma è fantasia frutto di moltiplicazioni sconnesse dalla realtà. Bisognerebbe tirare fuori i dati, cosa che i questori possono fare in mezza giornata. Ne scopriremmo delle belle. La mancanza di trasparenza è la tomba della democrazia''. Il disegno di legge si compone di 7 articoli. Nel primo si stabilisce il diritto, da parte dei membri del Parlamento, di essere assistiti da collaboratori per le attività connesse al proprio mandato. L'articolo 2 riguarda invece la disciplina del rapporto di lavoro in merito agli accordi tra le due parti, alle ore lavorative settimanali, alla durata del contratto e alla risoluzione di eventuali controversie. L'articolo 3 stabilisce i termini della retribuzione dei collaboratori, stabilendo un rimborso spese anche all'eventuale tirocinante. L'articolo 4 concerne l'inquadramento dei collaboratori, distinguendo tra a) collaboratore legislativo; b) collaboratore di ufficio stampa, c) collaboratore di segreteria, d) collaboratore addetto ai rapporti con il territorio. Il quinto articolo stabilisce l'istituzione del Registro comune dei COLLABORATORI PARLAMENTARI e il relativo codice etico. Infine, l'articolo 6 riguarda i termini di risoluzione del contratto e il 7 presenta le disposizioni finali, tra cui l'impegno ad adeguare entro il 1° gennaio 2022 i contratti già in vigore alle disposizioni della presente legge. (Stg/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 30-MAG-21)