Discussione bilancio interno Camera deputati 2021

 

XVIII LEGISLATURA

Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 539 di martedì 13 luglio 2021

(estratto dalla stenografico in corso di seduta)

(...)

Discussione congiunta dei documenti: Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2020 (Doc. VIII, n. 7); Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2021 (Doc. VIII, n. 8).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione congiunta dei documenti: Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2020; Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2021.

Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (vedi calendario).

(Discussione congiunta – Doc. VIII, n. 7 e Doc. VIII, n. 8)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione congiunta. Ha facoltà di parlare il Questore, deputato Gregorio Fontana.

GREGORIO FONTANAQuestore. Grazie, Presidente. A nome dell'Ufficio di Presidenza, il Collegio dei questori sottopone all'esame dell'Assemblea il conto consuntivo per l'anno 2020 e il bilancio di previsione della Camera per l'esercizio 2021, unitamente all'allegato bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023. Non diversamente da quanto accaduto lo scorso anno, anche la gestione dell'esercizio 2021 si è dovuta misurare con le problematiche poste dall'emergenza pandemica, che ha imposto di intervenire a diversi livelli sul complesso delle attività dell'istituzione. Oltre alle rilevanti misure di ordine igienico-sanitario adottate al fine di prevenire la diffusione del contagio nelle sedi della Camera, sono state modificate le modalità di svolgimento dei lavori parlamentari, è stato rivisto in modo assai incisivo l'utilizzo e l'allestimento degli spazi, è stato notevolmente potenziato il supporto digitale all'attività parlamentare, è stata ripensata, talvolta anche radicalmente, l'organizzazione dei servizi.

A questo riguardo, ritengo che si debba sottolineare come l'impegno permanente profuso dal Collegio dei questori, dall'Ufficio di Presidenza e dall'Amministrazione nel prevenire la diffusione del contagio nelle sedi della Camera abbia sinora evitato il verificarsi di fenomeni di concentrazione e diffusione del contagio all'interno delle sedi della Camera, consentendo all'istituzione parlamentare di svolgere senza interruzioni tutte le funzioni ad essa attribuite dalla Costituzione sin dal primo emergere del fenomeno pandemico. Nel conseguimento di questo risultato il Collegio dei questori si è impegnato in maniera assai intensa. Basti pensare che tra il 2020 e il primo semestre del 2021 il Collegio si è riunito 45 volte (cui si sono aggiunte 22 riunioni informali), ha esaminato oltre 400 questioni istruite dagli uffici, ha approvato circa 650 autorizzazioni di spesa, oltre ai 21 programmi settoriali di intervento annuali previsti dal Regolamento di amministrazione e contabilità.

Sono state 26 le determinazioni a contrarre, con cui sono state avviate altrettante procedure di gara, oltre a 30 delibere di carattere normativo, 20 delle quali proprio in materia di prevenzione della diffusione del COVID nelle sedi della Camera. Quasi 170 i pagamenti autorizzati con la sottoscrizione di un deputato Questore.

Un ulteriore elemento positivo, sempre in esito a tale continua e sistematica azione, va riscontrato nel fatto che, sotto il profilo finanziario, l'insieme degli interventi adottati non ha alterato l'equilibrio del bilancio della Camera. La relazione sul conto consuntivo per l'esercizio 2020 reca l'illustrazione di come gli interventi resi necessari dall'emergenza, nella loro multiforme articolazione, siano stati tutti realizzati avvalendosi delle risorse previste all'interno del bilancio, sia nell'ambito degli stanziamenti ordinariamente previsti sia ricorrendo al Fondo di riserva per le spese impreviste di parte corrente. Analoghi interventi, volti alla prevenzione del contagio, sono stati ovviamente realizzati anche nell'esercizio 2021 e ad essi si è ugualmente provveduto nel quadro dell'equilibrio del bilancio annuale, deliberato dall'Ufficio di Presidenza nella riunione del 18 dicembre 2020. È unanime l'auspicio, tanto per l'attività della Camera quanto, più in generale, per la vita economica e sociale del Paese, che le condizioni generali possano finalmente consentire di orientare l'impegno su questo versante al superamento dell'emergenza e al recupero della normalità, ovviamente con tutta la gradualità, l'attenzione e la prudenza necessarie in un frangente tanto delicato e complesso e con l'impegno a garantire sempre il massimo livello di sicurezza.

Passando, in sintesi, ai dati finanziari più significativi, ricordo la proposta di riversare al bilancio dello Stato nell'anno 2021 la somma di 35 milioni di euro. Al riguardo, voglio sottolineare come la Camera, proseguendo lungo la linea consolidata, abbia già espresso il proprio indirizzo unanime in ordine alla destinazione di tale somma agli interventi a favore delle aree colpite dagli eventi sismici del 2016. A partire dal 2013, le somme restituite dal bilancio della Camera, a cui si aggiungono i sopracitati 35 milioni, ammontano a 500 milioni di euro. La graduale riduzione dell'avanzo di amministrazione che ha accompagnato le restituzioni effettuate di anno in anno ha inoltre ricondotto l'ammontare dell'avanzo da destinare agli esercizi successivi al triennio 2021-2023 a un livello di poco superiore all'avanzo iniziale del 2013. Ciò significa che tutte le economie realizzate con la gestione del bilancio della Camera dal 2013 a oggi – lo ricordo: mezzo miliardo di euro - sono state trasferite al bilancio dello Stato. Si tratta di un risultato considerevole, che mi sembra importante segnalare e per il quale credo la Camera dei deputati possa esprimere la propria soddisfazione. Merita segnalare che tali risultati, ovverosia le restituzioni costanti e la deflazione dello stock dell'avanzo di amministrazione, sono stati conseguiti preservando sistematicamente l'equilibrio del bilancio della nostra istituzione. È questo è un obiettivo che il Collegio dei questori e l'Ufficio di Presidenza hanno sempre tenuto in considerazione per ragioni non solo contabili ma anche di ordine costituzionale. Un risultato concreto, quindi, conseguito nel corso di due legislature grazie al concorso di tutte le forze politiche ma anche grazie - e devo dire grazie sottolineando questo “grazie” - allo straordinario apporto che l'Amministrazione e tutto il personale hanno sempre garantito.

Ricordo ancora che il bilancio pluriennale 2021-2023 evidenzia, nell'anno 2023, i primi effetti di risparmio della riforma costituzionale che ha ridotto il numero dei deputati a 400. Si tratta di 40,2 milioni di euro, ragguagliati a nove mesi dell'anno 2023, considerando la conclusione a scadenza naturale della legislatura in corso. Nell'anno 2023, oltre al citato minor onere di 40,2 milioni di euro, si prevedono anche maggiori spese per circa 16 milioni di euro, riconducibili sostanzialmente agli oneri connessi all'avvicendamento delle legislature e all'incremento della spesa per i trattamenti previdenziali dei deputati e del personale in quiescenza. La differenza tra queste due componenti, pari a circa 24 milioni di euro, è stata accantonata, sempre nel 2023, nel Fondo di riserva di parte corrente. Si tratta di un accantonamento che potrà essere nuovamente quantificato nel corso dei prossimi mesi, a mano a mano che gli organi della Camera assumeranno le decisioni di rispettiva pertinenza, in connessione con la ricordata riduzione del numero dei deputati.

Nell'ambito del quadro finanziario così definito, vorrei sottolineare il lavoro svolto con riferimento a taluni obiettivi di più lungo termine, richiamati più volte anche nell'ambito degli strumenti di indirizzo presentati dai colleghi nell'ambito dell'esame in Assemblea del bilancio di previsione. Mi riferisco alle iniziative volte alla conservazione e alla tutela del patrimonio storico, artistico e architettonico nella disponibilità della Camera dei deputati, nonché alle misure volte alla sua massima promozione e diffusione presso il pubblico. Ricordo al riguardo l'esecuzione degli interventi di restauro integrale della sala Aldo Moro, uno degli spazi di maggior pregio dell'ala berniniana di Palazzo Montecitorio, e le risorse destinate al restauro della grande tela della scuola del Veronese, Le nozze di Cana, parte integrante della stessa sala da molti anni. Su un altro fronte, richiamo le attività svolte sul tema del riordino della disciplina dei collaboratori dei deputati, cui si fa riferimento anche nel documento che dà conto dello stato di attuazione degli ordini del giorno approvati o accolti in occasione dell'esame dell'Assemblea del bilancio di previsione per il 2020. Al riguardo, il Collegio dei questori non può che constatare come le risorse finanziarie destinate dal bilancio della Camera alla remunerazione dei collaboratori dei deputati, nell'ambito del rimborso delle spese per l'esercizio del mandato, siano le più ridotte in assoluto nel confronto con i Parlamenti dei principali Paesi europei e con il Parlamento europeo stesso. Il Collegio ha operato per la definizione di una prima ipotesi, sempre fondata sulle indicazioni contenute nei citati ordini del giorno. In coerenza con queste ultime, l'ipotesi prevede l'instaurazione di rapporti di collaborazione su base fiduciaria direttamente tra deputati e collaboratori, rimettendo alla Camera dei deputati il compito di erogare le retribuzioni definite sulla base di contratti tipo e di assolvere ai compiti propri del sostituto d'imposta. In questo contesto, si stanno valutando le spese aggiuntive che il bilancio della Camera potrebbe sostenere in relazione alle diverse tipologie contrattuali, nonché agli oneri fiscali, previdenziali e assicurativi rilevanti a fronte del pagamento delle retribuzioni.

In attesa di ascoltare le considerazioni dei colleghi che interverranno in discussione generale, alla luce di quanto esposto, credo che risulti evidente, non solo la vastità dell'azione cui il Collegio dei questori è chiamato nella gestione delle risorse di cui la Camera dispone, ma anche l'estrema complessità della gestione medesima, in cui vengono in rilievo esigenze, priorità e obiettivi di non facile composizione reciproca. I risultati conseguiti inducano, peraltro, il Collegio a proseguire il proprio impegno e a misurarsi ulteriormente con l'obiettivo di assicurare alla funzione parlamentare le condizioni indispensabili perché essa possa esplicarsi pienamente, nel segno dell'efficienza e della trasparenza, senza tuttavia mai perdere di vista il rigore e la sobrietà nell'impiego delle risorse affidate dalla nostra Istituzione al bilancio pubblico. Presidente, in conclusione, come anticipavo, dovrei dare conto dell'attività svolta dal Collegio dei questori per l'attuazione degli ordini del giorno accolti e approvati dall'Assemblea nel corso dell'esame del bilancio 2020; tuttavia, per ragioni di brevità, chiedo l'autorizzazione a pubblicare questa parte del mio intervento in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.

PRESIDENTE. Perfetto, va bene.

È iscritto a parlare il deputato Amitrano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO AMITRANO (M5S). Grazie, Presidente. Io inizio questo intervento non soltanto come deputato del MoVimento 5 Stelle, ma anche come membro dell'Ufficio di Presidenza, come segretario di Presidenza. Ci tengo particolarmente, in questa occasione, a ringraziare lei, Presidente, per l'ottimo lavoro svolto insieme al Collegio dei questori e a tutto l'Ufficio di Presidenza. Abbiamo attraversato una fase assolutamente non semplice da gestire, come quella della pandemia da COVID-19 che, come ricordava il Questore prima nel suo intervento, ha caratterizzato comunque un incremento dei costi gestionali, ma lei è riuscito, grazie a un enorme sforzo, a evitare una concentrazione di casi all'interno ovviamente della nostra istituzione. Nonostante questo, i dati del consuntivo sono estremamente importanti perché ci hanno permesso di risparmiare 35 milioni di euro, che si vanno ad aggiungere alle somme che vengono restituite già dal 2013; parliamo, quindi, di oltre 500 milioni di euro che sono stati reintegrati allo Stato in 8 anni. Queste risorse sono, secondo me, come MoVimento 5 Stelle, molto importanti perché significa che noi abbiamo potuto lavorare al meglio anche in una situazione difficile come questa, per via del COVID-19, ma siamo comunque riusciti a risparmiare e a tagliare costi superflui mantenendo l'efficienza della nostra Istituzione. È importante, secondo me, ricordare in questo passaggio il grande lavoro di riorganizzazione degli spazi e del nostro lavoro qui alla Camera, che ci ha permesso comunque, fin dall'inizio della pandemia - quindi da marzo - di non avere interruzioni nei nostri lavori parlamentari. Questo, per me, è un dato estremamente importante, perché è stata un'organizzazione complessa, un'organizzazione sicuramente difficile, che tutta la macchina, compreso l'Ufficio di Presidenza, compresa l'amministrazione, è riuscita a svolgere nel migliore dei modi, permettendoci, quindi, di lavorare senza interruzioni; quindi qui c'è un punto su cui io voglio esprimere una sincera gratitudine da parte del MoVimento 5 Stelle a tutta l'amministrazione della Camera. Chiaramente, come dicevo all'inizio, è innegabile che ci siano stati degli aumenti di costo dovuti alla pandemia, ma vorrei ricordare anche tutte le misure che sono state messe in campo dalla Camera per affrontare questa pandemia, a partire dalla riorganizzazione degli spazi. Noi ricordavamo un Transatlantico sicuramente diverso da quello odierno, ma questo ci ha permesso di poter lavorare al meglio, di poter lavorare rispettando il distanziamento sociale, permettendo a tutti i colleghi di essere presenti durante le votazioni. Inoltre vorrei ricordare l'importante ruolo che viene tuttora svolto presso il Palazzo del Seminario, con i tamponi che vengono eseguiti presso il Palazzo del Seminario. Questo è importante perché ci permette di fare una prevenzione all'interno della nostra Istituzione, di individuare i casi nel minor tempo possibile e, quindi, di poter effettuare un'altra operazione, che è stata messa in campo grazie all'intenso lavoro di questo periodo, che è quella del tracciamento dei casi positivi e, dunque, di evitare delle diffusioni e dei cluster che altrimenti avrebbero reso estremamente difficile il nostro lavoro, anche in difesa di tutti i cittadini, potendo procedere alla conversione dei decreti importantissimi che abbiamo avuto in questo periodo e che hanno permesso di gestire al meglio la pandemia.

È importante, in tal senso, anche ricordare le campagne che sono state messe in campo per quanto riguarda gli strumenti e i dispositivi di protezione individuale che la Camera ha messo a disposizione di tutti noi. È importante ricordarlo perché non sono elementi scontati; sono elementi che hanno determinato, ovviamente, l'aumento dei costi, ma hanno permesso a questa istituzione di funzionare, dai termoscanner all'ingresso ai dispositivi di protezione e a tutto quello che rappresentano i disinfettanti e i gel per permetterci di lavorare al meglio.

In questo senso è importante anche vedere i dati dello smart working, quindi come anche in questa istituzione dei sistemi di lavoro alternativi siano stati messi in campo e ci abbiano permesso di continuare a lavorare. Anche su questo ci sono stati importanti cambiamenti nella Camera. Io sono da poco qui, ma ricordo benissimo che prima il lavoro in digitale non esisteva e oggi si può fare in alcune circostanze; sono importanti cambiamenti che ci hanno permesso di poter andare avanti. Vorrei quindi ricordarne ancora qualcuno. Permettetemi, per esempio, di ricordare il locale di bio-contenimento che è allestito a Palazzo Montecitorio e la disponibilità di avere un'ambulanza permanente. Questo ci serve per permettere, laddove fossero emersi dei casi, di intervenire in maniera tempestiva e, quindi, di limitare la possibilità di diffusione di questo terribile virus. Nonostante si sia dovuto lavorare in una situazione e in uno scenario oggettivamente fuori dal comune, in uno scenario difficile, è stata fatta anche una serie di interventi importanti che ha permesso di riavvicinare i cittadini alla nostra Istituzione. Io vorrei ricordare un passaggio, che il Questore ha fatto poco prima, sulle iniziative a tutela del patrimonio culturale del nostro edificio. Un patrimonio importantissimo, un patrimonio storico, artistico e architettonico, che probabilmente non ha eguali a livello di istituzioni parlamentari.

In questo senso va la ristrutturazione della Sala Aldo Moro; il suo restauro integrale, in questo che è sicuramente uno degli spazi più di prestigio dell'area berniniana del nostro edificio, ha un importante ruolo anche per avvicinare i cittadini all'Istituzione, perché rappresenta una di quelle sale che hanno funzionato, ovviamente prima dell'avvento della pandemia, anche come luoghi per eventi e, quindi, aperti al pubblico.

In questo senso va ricordata anche la Notte dei Musei del 2021, in cui i cittadini hanno avuto modo di visitare tutti gli spazi di Montecitorio, tra cui, appunto, la Sala Aldo Moro. In tal senso, c'è una nota che io vorrei ricordare, che mi ha colpito fin dal primo giorno in cui sono qui: è la bellissima variante della Gioconda, un dipinto che fino a poco tempo fa era esposto nella stanza del Questore D'Uva e che oggi, invece, possiamo tutti ammirare all'interno, ovviamente, della nuova Sala Aldo Moro, e questo sarà, secondo me, un punto di forza. Quindi, voglio anche ringraziare tutto il Collegio dei questori per questo sforzo importante per rendere il nostro palazzo sempre più aperto e sempre più visibile da parte di tutti i nostri concittadini.

Credo che tutto questo lavoro che è stato sintetizzato - non voglio dilungarmi troppo - sia stato possibile affrontarlo grazie a un grande sforzo che l'Ufficio di Presidenza, il Presidente Fico, il Collegio dei questori e l'amministrazione hanno messo in campo, in una fase estremamente difficile e particolare di questo periodo che abbiamo attraversato. In questo modo, siamo riusciti comunque ad avere una Camera più vicina ai cittadini e alla comunità, che ha evitato gli sprechi, che è riuscita a funzionare in maniera più smart, più trasparente e più digitale. Questo ci ha permesso di ottenere l'importante risultato, di cui io vado particolarmente fiero, di risparmiare 35 milioni, ma anche di non interrompere mai i nostri lavori e di aiutare chiunque in questo periodo abbia vissuto delle grandi difficoltà, potendo svolgere il nostro compito nel migliore dei modi (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Scoma. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SCOMA (IV). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, io credo che lo sforzo di questi ultimi mesi fatto dal Collegio dei questori, ma soprattutto dal personale tutto, sia stato molto importante.

Le note appena annunciate e appena confermate dal presidente del Collegio dei questori non fanno altro che ripetere le cose che sono accadute, le realtà in cui ci siamo trovati, realtà emergenziali che si sono dovute trattare con grande prontezza.

Nel 2021 ci sono state veramente problematiche di emergenza pandemica serie e molto importanti. A queste, ovviamente, sono seguite rilevanti misure igienico-sanitarie. La rivisitazione degli spazi è stata fondamentale per consentire al palazzo di non fermarsi mai. Questa è una nota importante, una nota che all'esterno ha dato veramente grande coraggio, cioè l'avere continuato a lavorare senza fermarsi. Il Parlamento ha dimostrato di essere vivo, di essere pronto e di essere all'altezza delle emergenze e delle necessità.

Però, una cosa voglio chiedere ai questori: i risparmi vanno bene, sono importanti e sono probabilmente quelli che si vedono di più, ma ogni tanto, secondo me, qualche investimento in più sulla materia digitale, sull'utilizzo di tecnologie all'avanguardia, su un migliore funzionamento dei telefoni, su un migliore funzionamento anche delle linee wireless e Wi-Fi andrebbe fatto. Io credo che i tempi ce lo richiedano e lo sforzo ci debba essere.

Se tutto il Paese sta ancora attraversando un periodo molto difficile a causa dell'emergenza pandemica e delle sue drammatiche conseguenze sulla vita personale, sociale ed economica dei cittadini e delle imprese, anche l'istituzione parlamentare ha dovuto rivedere, da quasi 2 anni (perché tra qualche mese saranno 2 anni che soffriamo la pandemia), la propria organizzazione e il proprio funzionamento secondo modalità adeguate a fronteggiare i rischi derivanti da questa nuova pandemia.

Per raggiungere questo obiettivo tutti gli organi della Camera continuano - o lo hanno fatto - a lavorare con un impegno straordinario per assicurare la loro disponibilità, il loro impegno, la loro esperienza, affinché l'attività parlamentare possa svolgersi in maniera piena, perseverando su tutte le misure di sicurezza, affinché ai deputati - e non solo a loro, ovviamente, ma anche ai dipendenti e ai collaboratori - possa essere garantito un alto ed elevato standard di sicurezza, sia sul piano organizzativo che sul piano sanitario.

Credo che queste riflessioni ci facciano capire quanto sia stato l'impegno: questo, certamente, importante come un maggiore avanzo di amministrazione, che, ormai, ci portiamo appresso dal 2013. Come ha già detto il Questore Fontana - è inutile che lo ripeta anch'io -, abbiamo restituito in questi anni quasi 500 milioni di euro e abbiamo anche dimostrato che il Parlamento non è un ufficio chiuso, ma il Parlamento è identificato anche come un luogo sempre aperto, pronto a rispondere a quelle che sono le esigenze delle famiglie e delle imprese.

Quest'anno, con il bilancio 2021, la Camera restituirà una cifra pari a circa 35 milioni di euro, frutto dei risparmi annuali, esaurendo, sostanzialmente, la cifra degli avanzi di gestione da restituire.

Nel bilancio 2021 cominciano ad essere visibili gli effetti della riforma del taglio dei parlamentari. La legge costituzionale n. 1 del 2020, infatti, comporterà, per il 2023 - anno in cui entrerà in vigore con le elezioni legislative -, una minore esigenza di finanziamento della Camera dei deputati per un importo pari a circa 40 milioni di euro, rapportato, ovviamente, soltanto ai primi nove mesi dell'anno in cui l'Aula sarà composta da 400 parlamentari e non da 630; a regime, invece, la riforma determinerà minori esigenze di finanziamento pari a circa 52 milioni di euro.

L'impatto del COVID è stato all'incirca pari a 2 milioni di euro, coperti dal fondo di riserva della Camera. Si tratta di soldi spesi per tutte le attività legate all'emergenza sanitaria, come la riorganizzazione dei servizi e degli spazi. In via generale, invece, a determinare il leggero aumento dei costi ci sono le spese legate all'assunzione di 41 consiglieri entro fine anno, l'erogazione dei trattamenti previdenziali per gli ex deputati e l'aumento del fondo di riserva necessario per coprire le spese dell'Aula legate all'emergenza COVID.

Non è detto, in ogni caso, che le spese complessive di Montecitorio debbano in assoluto scendere. Restando al 2023, ad esempio, circa 16 milioni di risparmio legato al taglio dei deputati sarà assorbito dalle spese per il cambio di legislatura. Inoltre, a fronte di diminuzioni certe della spesa, come quelle legate alle spese di viaggio dei deputati, altre voci di bilancio potrebbero essere incrementate. A fronte di una diminuzione di queste, non è escluso che si possa decidere di aumentare i compensi agli staff o, ancora, arrivare nel tempo ad affrontare l'annosa, spinosa questione della stabilizzazione dei collaboratori; un'operazione quest'ultima sul modello di quanto avviene in Parlamento europeo e sulla quale non possiamo più, ormai, fare passi indietro.

Fatte queste considerazioni, tutte meritevoli, ovviamente, del sostegno di Italia Viva, desidero rivolgere un sentito ringraziamento a tutti i colleghi dell'Ufficio di Presidenza, a cui va ascritto il merito di aver operato con equilibrio, con buonsenso, con accortezza, facendo diventare la riduzione della spesa costante e quasi strutturale, perché interviene ormai ogni anno e dimostra che proprio l'Assemblea dei deputati rappresenta un esempio di spending review riuscita, a differenza, purtroppo, di altre amministrazioni dello Stato che non registrano risultati così virtuosi.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il gruppo di Forza Italia voterà convintamente a favore dei documenti alla nostra attenzione. In quest'ultimo anno e mezzo abbiamo dovuto fare i conti con l'emergenza da COVID-19 e con le problematiche che questa ha comportato. Per questo, ancora una volta, esprimiamo il nostro sentito ringraziamento al Presidente della Camera, all'Ufficio di Presidenza tutto, ai Vice Presidenti, ai Segretari, ai Questori, al Segretario generale. Altrettanta riconoscenza va a tutto il personale della Camera dei deputati e dei gruppi parlamentari per quanto fatto quotidianamente sia durante la prima, sia durante la seconda ondata pandemica; personale che ha messo a disposizione di noi tutti competenze e professionalità, garantendo, in condizioni di sicurezza, l'operatività della nostra istituzione anche durante i periodi di lockdown, durante le settimane di zona rossa, quando siamo stati chiamati a dare risposte immediate ai nostri concittadini colpiti, prima, dall'emergenza sanitaria e, immediatamente dopo, da quella economica.

Come ricordava il Questore Fontana, oltre alle rilevanti misure di ordine igienico-sanitario poste in essere al fine di prevenire la diffusione del contagio nelle diverse sedi della Camera, grande attenzione è stata posta alle modalità di svolgimento dei nostri lavori, in sede sia di Commissione sia di Assemblea. Un lavoro prezioso che, inizialmente, ha sicuramente creato dei disagi ma che ha garantito che non si creassero focolai e fenomeni di diffusione del contagio all'interno delle istituzioni.

Gli interventi messi in campo, come è stato ricordato nella relazione, non hanno alterato l'equilibrio finanziario definito dall'Ufficio di Presidenza e la relazione sul conto consuntivo per l'anno 2020 evidenzia, infatti, che gli interventi resi necessari dall'emergenza sono stati tutti realizzati avvalendosi delle risorse previste all'interno del bilancio. I progressi che si registrano nella campagna vaccinale, con l'auspicio di giungere prima dell'autunno all'immunità di gregge, dovrebbero consentirci, finalmente, il recupero della normalità, ovviamente mantenendo alta l'attenzione e adottando la prudenza necessaria.

L'esperienza acquisita nel corso di questa emergenza non deve essere, tuttavia, dissipata ma deve spingere a portare a compimento gli interventi di trasformazione digitale, giungendo ad una piena digitalizzazione delle attività parlamentari. Così come una riflessione andrebbe fatta, anche in vista della prossima riduzione del numero dei parlamentari nella XIX legislatura, sulla necessità di attrezzare i gruppi parlamentari, dotarli di nuove risorse e di nuovi strumenti.

Con il progressivo rientro nella normalità è da auspicare che si riesca a trovare il modo, in sicurezza, di riaprire il Palazzo alla gente e tornare a far conoscere ai nostri concittadini l'attività parlamentare e far loro ammirare la bellezza di questi spazi. In quest'ottica, esprimiamo il nostro apprezzamento per le innumerevoli iniziative in atto e programmate per il restauro e la tutela del patrimonio storico, artistico e architettonico della Camera, sperando, appunto, che, a breve, sia nuovamente accessibile al pubblico.

Il miglioramento della situazione epidemiologica ha consentito di far ripartire la macchina dei concorsi, rallentati o bloccati dalla pandemia. Si potranno, quindi, compensare, in tempi ragionevoli, le carenze di organico ormai strutturali di questo ramo del Parlamento, immettendo in questa istituzione giovani capaci e meritevoli, offrendo loro l'opportunità di inserirsi in un'amministrazione di eccellenza, come è quella della Camera dei deputati.

Tornando ai documenti di bilancio in esame, viene confermato un orientamento in linea con quanto riscontrato negli esercizi precedenti: il mantenimento di un equilibrio tra il contenimento della spesa e l'ottimizzazione del funzionamento dell'istituzione. L'avanzo di amministrazione consente una restituzione a favore del bilancio dello Stato di 35 milioni di euro. Le somme che sono state impegnate precedentemente rappresentano il 97,4 per cento delle previsioni di spesa, il che significa che, grazie al lavoro del Collegio dei questori, non c'è stato alcuno sforamento, nonostante l'emergenza pandemica. Il maggiore avanzo di amministrazione, che ormai si verifica dal 2013, rende quindi possibile, anche per il 2021, una restituzione di risorse finanziarie al bilancio dello Stato. Si tratta, appunto, di 35 milioni che il Parlamento ha indicato siano destinati agli interventi in favore delle aree colpite dagli eventi sismici del 2016, in cui l'opera di ricostruzione necessita di una forte accelerazione.

Siamo, quindi, di fronte all'ulteriore conferma della bontà di una politica di bilancio, avviata già da due legislature, che ha consentito, per un verso, di riportare la spesa della Camera dei deputati ad un livello sostanzialmente corrispondente alla riduzione, da noi stessi disposta, della dotazione di richiesta al bilancio dello Stato e, per altro, di restituire a quest'ultimo quote sempre più elevate delle risorse non utilizzate. Dal 2013 a oggi, tutte le economie realizzate con la gestione di bilancio della Camera sono state trasferite al bilancio dello Stato e si tratta complessivamente di ben 500 milioni di euro: un risultato notevole e di cui dobbiamo andare fieri.

Lo ricordava il collega Scoma: il tema dei collaboratori dei deputati. Anche in vista della riduzione dei parlamentari, diventa sempre più urgente riscrivere le regole e dotare i rappresentanti del popolo di risorse e strumenti dedicati all'esercizio e alle prerogative proprie del mandato parlamentare. È giunto il momento di porre fine all'annosa questione dell'inquadramento contrattuale di queste indispensabili figure che, troppo spesso, non vedono riconosciuta, in modo adeguato, la propria professione. L'ipotesi avanzata, che prevede l'instaurazione di rapporti di collaborazione su base fiduciaria direttamente fra deputati e collaboratori, rimettendo alla Camera dei deputati il compito di erogare le retribuzioni e di assolvere ai compiti propri del sostituto di imposta, pare ragionevole. È giunto il momento, anche in ragione dell'inevitabile aumento della mole di lavoro che, dalla prossima legislatura, graverà su ogni singolo parlamentare, di uniformare la disciplina del rapporto di lavoro a quella di qualsiasi altro Parlamento europeo.

Il bilancio pluriennale 2021-2023 evidenzia i primi dati di risparmio nell'anno 2023 legati alla riduzione del numero dei deputati che si avrà con la nuova legislatura. Come si evince dai documenti, tale dato è un mero calcolo che permette di delineare il quadro finanziario dal 2023, in attesa che la Camera adotti scelte politiche in ordine al nuovo assetto dell'istituzione conseguente alla modifica costituzionale.

La prossima legislatura dovrà, fin dall'insediamento del nuovo Parlamento, proseguire l'opera di esecuzione e implementazione delle riforme e dei progetti legati al PNRR. Diventa, quindi, fondamentale che Presidenza, Giunta per il Regolamento e Assemblea operino per definire modifiche che consentano la immediata operatività delle Commissioni e dell'Assemblea, ridefinendo l'assetto organizzativo e funzionale dell'istituzione.

Nell'avviarmi alla conclusione, mi permetta, Presidente, di rivolgere un sentito ringraziamento, in particolare, ai Questori, che hanno proseguito in questa opera di razionalizzazione della spesa con equilibrio, con buonsenso e con accortezza. La costante riduzione della spesa, un'oculata spending review, fa della nostra istituzione un esempio virtuoso per altre amministrazioni dello Stato. Senza assecondare la furia demagogica, si è riusciti a procedere con i tagli e a ridurre la spesa ma senza compromettere la funzionalità degli organi. La democrazia, infatti, ha un costo ed è nostro dovere garantire il miglior funzionamento dell'istituzione parlamentare e i fatti dimostrano che si può avere un'istituzione efficiente, ben organizzata e produttiva, senza sperperare denaro pubblico e rispettando i cittadini chiamati, ancor più in questo ultimo periodo, a notevoli sacrifici.

Presidente, colleghi, confermo il voto favorevole convinto del mio gruppo sui documenti di bilancio.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il Vicepresidente, deputato Rampelli. Ne ha facoltà.

FABIO RAMPELLI (FDI). La ringrazio, Presidente, anche io devo associarmi alle congratulazioni rivolte a tutto il personale della Camera, ai nostri dirigenti - quindi anche al personale apicale che si è assunto in questo periodo difficile, che passerà alla storia, delle responsabilità importanti -, a lei, Presidente, al Collegio dei Questori. Penso che tutti abbiamo fatto davvero un egregio lavoro e abbiamo comunque contenuto i danni, cercando di dare, nel nostro piccolo, un piccolo - chiedo scusa per il bisticcio di parole - segnale di ripresa della normalità. È un percorso che abbiamo intrapreso consapevolmente, ma che non è concluso e che, quindi, dovrà vederci sempre di più impegnati in questa sorta di giostra, da un lato, tesa a salvaguardare l'incolumità - quindi a contenere la diffusione di questa bestiale infezione - e, dall'altro, a salvaguardare le funzioni che competono a questo Palazzo così importante nella sua solennità; questo non è un salotto buono, ma è il luogo all'interno del quale tante persone svolgono il proprio lavoro, chi in rappresentanza del popolo italiano, al servizio del popolo italiano, per cercare di migliorare la qualità della vita e quindi di procedere il più speditamente possibile sulla strada della costruzione del cosiddetto bene comune.

Tuttavia, al di là delle riflessioni di carattere generale, qualche elemento costruttivo, di stimolo, come mi è sempre capitato di fare anche nel ruolo che esercito, voglio lasciarlo agli atti di questo dibattito, di questa discussione generale sul bilancio della Camera. Ho ascoltato i colleghi mi hanno preceduto parlare di necessità, di stabilizzazioni dei lavoratori; tra questi, c'è il tema, più volte agitato, del riconoscimento di un ruolo che sia non precario, come è oggi, per gli assistenti dei deputati. Su questa fattispecie, difficilmente contestabile, dovremo mettere la testa e spendere energie. Non tutti i cittadini italiani lo sanno, ma c'è una anomalia tutta italiana, un'anomalia che si riserva solo e soltanto, tra le due Camere, alla Camera dei deputati; l'altra Camera, cioè il Senato della Repubblica, non è aggredita da questa miseria. La miseria sta nel fatto che, comunque, i deputati della Repubblica Italiana non hanno delle strutture all'interno delle quali lavorare. È accaduto, non soltanto in questa circostanza e su questo tema, nel tentativo necessario e condiviso - cosa condivisibile su cui abbiamo tutti speso parole e compiuto atti importanti, significativi, nella piena responsabilità, con energia e determinazione - di fare una buona amministrazione, di tagliare gli sprechi, di eliminare i privilegi, di contenere le spese superflue, però, talvolta, abbiamo, come si dice in gergo, buttato il bambino con l'acqua sporca. Quindi, non voglio difendere minimamente le scelte fatte in passato e che hanno visto qualcuno beneficiario dell'ospitalità che i deputati avevano all'interno di Palazzo Marino, ma penso che sia oggettiva la circostanza secondo la quale è improponibile che tra tutti i Parlamenti del globo, forse, la Camera dei deputati risulta essere l'unica Camera dei deputati in cui i deputati non sanno dove svolgere il proprio lavoro, pur “costretti” - con tanto di virgolette, perché è un onore esercitare questa funzione - a stare comunque lontano da casa per almeno 3/4 giorni a settimana, dovendo per forza trovare un luogo. Guardi, Presidente, glielo dico con estrema franchezza e con tutto il garbo possibile: ho visto deputati lavorare con il proprio personal computer dentro delle caffetterie; sono condizioni non degne di una democrazia avanzata. Un conto è combattere gli sprechi - lo ripeto, su questo, se qualcuno chiede di mettere il dito sotto la mano, il mio sarà il primo e quello di tutti i colleghi immagino -, ma altro conto è menomare i diritti e i doveri. Infatti, c'è un diritto ad esercitare un ruolo da parte del parlamentare, ma c'è anche il dovere di far ciò, perché qui non si può stare per strappare l'indennità mensile; qui bisogna comunque lavorare ed esercitare il ruolo che i cittadini italiani, attraverso le elezioni democratiche, hanno riservato a chi sta qui dentro.

Questo resta un vulnus e penso che sia nostro dovere cercare di colmarlo, a maggior ragione perché nella prossima legislatura avremo un taglio significativo del numero dei parlamentari e quindi anche un contenimento della spesa. Sappiamo che ci sono degli edifici pubblici e quindi non dobbiamo fare le fortune di nessuno nella zona e sappiamo di poter lavorare facendo solo e soltanto gli interessi del pubblico, solo e soltanto gli interessi dei deputati, solo e soltanto gli interessi dell'istituzione repubblicana che umilmente intendiamo continuare a servire.

Abbiamo spesso e volentieri parlato della grande capacità della Camera dei deputati - e non solo della Camera - di aprirsi alla società e quindi di ospitare mostre, convegni, esposizioni di vario genere in sale di grande prestigio, belle. Io penso che questo servizio non debba essere declassificato perché, sempre secondo una certa furia ideologica che ci ha devastato negli anni scorsi, abbiamo immaginato che tutto questo fosse classificabile sotto la dicitura di “privilegi”. Noi siamo i custodi di questo palazzo, non ne siamo i proprietari. Non abbiamo alcun diritto di conculcare l'uso di questi spazi: non ci appartengono; non ci appartengono. Appartengono al popolo italiano, appartengono alle associazioni, ai comitati, alle fondazioni; appartengono a tutti coloro i quali, quando ci pongono la domanda se possano o meno recarsi qui e utilizzare le nostre sale, dovrebbero avere, da parte nostra, una reazione positiva, di gioia, di considerazione. Se questo fosse un posto malfamato, se questo luogo fosse abitato da terribili tiranni e dittatori, violenti e cruenti, io non credo che ci sarebbe questa volontà, questo desiderio di venire qui e fare un convegno, una tavola rotonda, celebrare un dibattito, esporre una mostra pittorica, piuttosto che di altro genere; tutti starebbero ben alla larga da questo luogo. Così non è, perché questo luogo ancora trasuda valori importanti che riguardano i destini dell'Italia in quanto tale, al di sopra delle parti che dividono questo Parlamento. Quindi, noi dobbiamo dare una risposta affermativa.

Ora, questo tracciato si è interrotto bruscamente a causa del COVID, però sappiamo perfettamente che noi lo dobbiamo riaprire. Io voglio invitarla, Presidente, ad essere più reattivo, perché quello che accade fuori di qui deve accadere anche qui dentro. Se vi sono alcune forme di ripresa di uso di spazi, cinema, teatri, sale d'albergo eccetera, se queste modalità sono state ripristinate fuori di qui, io penso che debbano essere ripristinate anche qui: non c'è nessuna differenza sostanziale. Quando non si potevano utilizzare gli spazi all'esterno, a causa del rischio assembramento o del rischio contagio, noi non potevamo fare i “raccomandati” e quindi dare a qualcuno il privilegio di svolgere manifestazioni e iniziative che invece al di fuori erano vietate; adesso questo divieto è caduto fuori e deve cadere anche dentro.

Ripeto: noi non siamo proprietari di questo luogo e quindi non possiamo in maniera superba, che potrebbe apparire anche intollerante - antipaticamente intollerante - fare il contrario di quello che invece quest'Aula, attraverso il voto e quindi la responsabilità, stabilisce per chi sta fuori da questo palazzo.

Poi, ci sono questioni che io ritengo lo stesso significative, che appartengono al medesimo principio della custodia e della salvaguardia di questo luogo e di tutto quello che qui dentro è custodito in termini di storia, ma anche in termini di architettura, di opere d'arte.

Già in passato ho espresso una sorta di indirizzo che finora non è stato perseguito o lo è stato in minima parte, in realtà. Alcuni passi li abbiamo compiuti; abbiamo ospitato belle mostre, ma non è una novità di questa legislatura, poiché ciò è accaduto anche in quelle passate.

Penso che il patrimonio artistico che si trova qui dentro, in qualche modo, debba essere fatto fruttare e, comunque, debba essere goduto dai cittadini, quando volessero, nelle forme e nelle modalità che l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori potranno stabilire ed individuare, salvaguardando questo precetto. Non è che queste opere, nella loro magnificenza, possano essere godute soltanto da chi ha la fortuna di abitare questo Palazzo: non è questo il senso della nostra missione; quindi, dobbiamo farcene carico e immaginare le modalità attraverso le quali i cittadini, che volessero visitare questi pezzi di storia, i quali trasudano solennità, perché l'identità e l'indipendenza della nostra Nazione passano di traverso qui dentro, possano apprezzare le tante opere d'arte custodite qui, anche a tempo determinato, ossia quelle pro tempore. Al riguardo, avevo immaginato e proposto la possibilità di rieditare, ammodernandola, la Fondazione Camera dei deputati, per dedicarla prevalentemente a questo, anche immaginando operazioni di carattere economico, perché alcune questioni possono essere affrontate senza che vi sia necessariamente un carattere oneroso per il bilancio della Camera.

Vi è anche la questione del decoro esterno - e vado a concludere -, non solo di quello interno. Abbiamo realizzato lavori importanti per rendere più sicuri i punti d'accesso, tuttora in programmazione anche per le annualità successive; abbiamo messo a posto il parcheggio, lato piazza del Parlamento. Qualcosa però non torna. Nel mio ruolo di responsabile, per sua delega, alla sicurezza di Palazzo Montecitorio, sto cercando di capire le indicazioni al riguardo: vorrei lasciare questo tipo di riflessione agli atti della discussione sul bilancio Camera.

Anche nel rapporto con i cittadini italiani, che stanno fuori di qui, e nel rapporto con i turisti, che vengono a visitare il luogo che custodisce la democrazia italiana, non possiamo fare diversamente rispetto a ciò che accade in tutti gli altri edifici che ospitano le Assemblee parlamentari del mondo occidentale.

Non mi è mai capitato di andare a visitare altre capitali europee e di trovarmi in una situazione quasi di timore; quasi la sensazione che, da un momento all'altro, scoppiasse una guerra civile e, quindi, si rendesse indispensabile e necessario un certo regime di protezione dei palazzi della democrazia.

La democrazia è autorevole e si deve saper difendere con la propria autorevolezza e, ovviamente, con il contributo fondamentale, apprezzato e desiderato, delle Forze dell'ordine, delle questure. Però, bisogna misurarlo: c'è un limite, un crinale, sul quale si cammina, che deve essere monitorato e tenuto sotto controllo. Questo è un luogo laico: dobbiamo far prevalere anche segnali distensivi. Abbiamo conosciuto una fase molto impegnativa nell'azione di contrasto e di prevenzione al terrorismo, agli attentati, l'ISIS; abbiamo conosciuto, più di recente, una stagione molto più contenuta di effervescenza sociale dovuta alla crisi economica, scaturita dalla pandemia; se proprio vogliamo essere precisi, forse qualcuno ha esagerato, immaginando chissà quali catastrofi si potessero abbattere qui, davanti a Montecitorio.

In realtà, ne abbiamo avute forse una o un paio al massimo di iniziative un po' turbolente; per il resto, abbiamo ospitato, anche a piazza Montecitorio, manifestazioni assolutamente civili. Occorre ringraziare gli italiani per essere stati davvero capaci, nelle difficoltà che hanno attraversato, di mantenere i nervi saldi e di fare manifestazioni per segnalare il disagio, manifestazioni che non sono mai trascese. Io penso che, anche da questo punto di vista, queste emergenze siano dietro le nostre spalle e che si debba tornare alla normalità. Quando parlo di decoro, mi riferisco anche a questo eccesso di timore nei confronti di eventuali manifestazioni che dovessero capitare, che induce noi, Camera dei deputati, ma anche il vicino Palazzo del Governo, a blindarci con transenne in modalità lavori pubblici, che mortificano, sia la bellezza, l'architettura e l'importanza dei beni culturali che abitiamo, sia la democrazia in quanto tale, che sembra tenuta sotto assedio da non si sa bene chi, perché qui non succede granché. Quando ci sono manifestazioni rischiose, allora sì, è giusto alzare l'asticella, essere il più possibile prudenti e prevenire eventuali episodi. Però, io penso che un buon segnale noi lo potremmo dare, come abbiamo fatto su piazza del Parlamento, magari serrando con alcune fioriere, togliendo le transenne, che danno questa idea di battaglia generalizzata e costante, come se, da un momento all'altro, possa accadere chissà che cosa, riguadagnando quel dialogo con la comunità che sta fuori da qui e che noi rappresentiamo. Non siamo due cose distinte; siamo la stessa cosa, ma svolgiamo ruoli diversi: una parte della comunità sta qui dentro e lavora alacremente per tentare di garantire il bene comune; un'altra parte sta fuori di qui. Ma siamo la stessa cosa, quindi, questo diaframma, a mio giudizio – ed è l'ultima battuta che faccio -, dobbiamo assolutamente minimizzarlo e, se è possibile, toglierlo di mezzo con azioni di responsabilità, ma che non facciano cessare la necessaria sensibilità per quello che rappresentiamo da un punto di vista politico, culturale e istituzionale e anche per l'esercizio della custodia di questa bellezza, di questa magniloquenza che, comunque, è così importante e significativa anche da un punto di vista estetico, nella misura in cui dentro ci sono i contenuti di cui abbiamo parlato in tante circostanze nei nostri lunghi e appassionati dibattiti parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rizzo Nervo. Ne ha facoltà.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Grazie, Presidente. Colleghi e colleghe. Nell'annunciare immediatamente il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico sulle proposte presentate alla nostra attenzione relativamente al conto consuntivo per il 2020 e al progetto di bilancio della Camera per il 2021, voglio cogliere l'occasione per svolgere alcune brevi riflessioni con riferimento al contenuto dei documenti di bilancio presentati. Prima di tutto, però, Presidente, voglio ringraziare, per il lavoro svolto, lei, l'Ufficio di Presidenza, il Collegio dei questori e - come hanno fatto anche i miei colleghi - tutti i dirigenti e i dipendenti della Camera dei deputati; forse, ogni tanto lo diamo per scontato, ma hanno lavorato anche in termini di riforma, come questi documenti testimoniano, dentro una situazione straordinaria e straordinariamente complessa, dentro una tragedia collettiva, come è stata e come è, purtroppo, ancora quella della pandemia, che necessariamente ha anche riguardato lo svolgimento e la qualità della democrazia parlamentare.

Tuttavia, proprio grazie a questo lavoro, siamo riusciti a lavorare bene, a lavorare nonostante tutto e a garantire l'efficacia e l'efficienza di questa istituzione.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 16)

LUCA RIZZO NERVO (PD). Tornando ai dati di bilancio, i dati che l'onorevole Fontana ha richiamato alla nostra attenzione dimostrano che siamo in presenza di un'opera di attento monitoraggio dei flussi di spesa. In particolare, i dati sulla cancellazione dei residui passivi e sulla crescita dell'avanzo di amministrazione confermano che siamo in presenza di un'attenta opera di monitoraggio da parte degli organismi competenti alla gestione delle risorse stesse.

Una tendenza, non nuova, che è avvenuta in continuità in questi anni e che ha portato questa istituzione a restituire al bilancio dello Stato, a partire dal 2013, come è già stato detto, 500 milioni di euro; un traguardo molto significativo che è stato raggiunto, contenendo una pericolosa deriva antiparlamentare, senza indebolire il prestigio di questa istituzione e senza compromettere la qualità dei servizi che supportano il funzionamento della democrazia parlamentare.

Sono stati realizzati, in altre parole, Presidente, un equilibrio efficace e una capacità di riforma fuori dagli eccessi strumentali che hanno attraversato, purtuttavia, in maniera molto seria e severa, il dibattito pubblico fino a toccare il paradosso di una democrazia senza costi, una democrazia che, qualora fosse così, sarebbe la democrazia dei pochi, sempre quelli che possono permettersi di farlo. Insomma, è stata realizzata un'azione di contenimento e di revisione della spesa che continua ad impegnare il Collegio dei questori, l'Ufficio di Presidenza, con il prezioso supporto dell'amministrazione in modo straordinariamente intenso, attraverso operazioni di riorganizzazione molto complesse sul piano tecnico, giuridico ed operativo riferite sostanzialmente a tutti i settori della spesa, a significare, appunto, un progetto complessivo e organico di riforma e non solo di azioni spot.

Abbiamo sempre sostenuto che la riduzione dei costi, la sobrietà e l'eliminazione dei privilegi ingiustificati dovevano viaggiare di pari passo con una ripresa del valore, del prestigio e dell'autorevolezza delle istituzioni democratiche. Tuttavia, Presidente, non sono solo i costi che interessano i nostri cittadini; ai nostri cittadini interessano l'efficienza della vita delle istituzioni, lo snellimento delle procedure tra potere esecutivo e potere legislativo, più efficienza nell'azione di governo, più forza di indirizzo e più capacità di controllo da parte delle assemblee parlamentari.

I documenti in esame rappresentano, quindi, lo snodo cruciale di una progressiva politica di rigore e di riorganizzazione, di riforma dell'attività e della vita di questa istituzione iniziata - come dicevo in premessa - più di dieci anni fa; una politica di rigore che si è dovuta misurare con i provvedimenti necessari per fronteggiare l'emergenza sanitaria, l'acquisto dei dispositivi di protezione individuale, i servizi di rilevazione della temperatura corporea agli ingressi, attrezzature e ambienti di bio-contenimento, cicli di screening.

L'emergenza ha imposto limitazioni alla presenza fisica nelle sedi della Camera, ma i deputati hanno continuato a lavorare per approvare misure urgenti contro il COVID-19, anche nella fase di massima emergenza.

In seguito agli effetti della pandemia, sono state, infatti, implementate misure e condizioni di sicurezza nelle sedi della Camera dei deputati; sono stati programmati nuovi interventi logistici e tecnologici: misure e condizioni che hanno interessato il sistema parlamentare istituzionale e che hanno richiesto un enorme sforzo da parte del personale dell'amministrazione della Camera, in particolar modo quello del servizio informatico e quello del servizio studi, ai quali va un apprezzamento non rituale.

La sfida all'emergenza COVID ha posto con straordinaria forza all'attenzione di questa istituzione la necessità di incrementare gli interventi di trasformazione digitale delle modalità di lavoro dei diversi soggetti dell'ordinamento parlamentare e di rimodellare i diversi processi; è stato fatto e ancora nel prossimo futuro dovrà essere fatto in questa direzione. Il raggiungimento dell'obiettivo di una piena digitalizzazione delle attività parlamentari, la gestione e il consolidamento dello smart working hanno richiesto diverse forme di intervento sia sul piano istituzionale e parlamentare sia in ambito tecnico-amministrativo.

I gruppi parlamentari si sono confrontati, in questo anno e mezzo, con le nuove modalità di lavoro. Per implementare queste nuove modalità si sono dovuti attrezzare, dotandosi di nuove risorse e di nuovi strumenti; ciò si è realizzato anche grazie ad una maggiore dotazione tecnologica che ha consentito uno sviluppo della digitalizzazione nelle procedure parlamentari e amministrative.

A tal riguardo, voglio sottolineare il ruolo del personale dei gruppi parlamentari che, anche in questa circostanza, ha messo a disposizione competenza, professionalità, disponibilità al cambiamento, a garanzia del corretto funzionamento delle istituzioni, assicurando a ogni singolo deputato lo svolgimento in pieno della propria funzione parlamentare.

Nell'avviarmi a concludere, Presidente, e nel confermare il voto favorevole del mio gruppo sui documenti di bilancio, voglio porre l'accento, infine, su due questioni.

La prima è relativa al tema dei collaboratori parlamentari, lo hanno fatto già anche altri colleghi. I deputati Questori, da tempo, hanno avviato un ulteriore approfondimento in merito alla disciplina del rapporto di lavoro fra deputato e collaboratore sulla base dei principi di trasparenza e di contenimento delle spese dell'istituzione parlamentare. È necessario - necessario! - definire in modo certo la figura del collaboratore parlamentare: un modo, questo, per riconoscere la pienezza della dignità a quel lavoro.

Questo riconoscimento deve tener conto di alcuni aspetti, ossia deve definire: le modalità di regolazione degli oneri derivanti dall'attuazione di tale eventuale nuova disciplina, quelle attraverso le quali questo nuovo istituto possa e debba essere finanziato e l'entrata in vigore della legge costituzio