Bilancio interno Senato 2020. Cosa hanno detto sui collaboratori?

Documento predisposto a cura della Associazione italiana dei collaboratori parlamentari

 

LEGISLATURA 18ª
RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA N. 283 DEL 16/12/2020
(estratto)

Discussione congiunta e approvazione dei documenti:

(Doc. VIII, n. 5)Rendiconto delle entrate e delle spese del Senato per l'anno finanziario 2019

(Doc. VIII, n. 6)Progetto di bilancio interno del Senato per l'anno finanziario 2020

 

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione congiunta dei documenti VIII, nn. 5 (Rendiconto delle entrate e delle spese del Senato per l'anno finanziario 2019) e 6 (Progetto di bilancio interno del Senato per l'anno finanziario 2020).

[…]

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il senatore Questore De Poli. Ne ha facoltà.

 

DE POLIsenatore Questore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, anche a nome dei colleghi Questori, Bottici e Arrigoni, sottopongo oggi pomeriggio all'attenzione dell'Assemblea il rendiconto delle entrate e delle spese del Senato per l'anno finanziario 2019 e il progetto di bilancio interno del Senato stesso.

[…]

Vorrei affrontare a questo punto un tema che molti dei nostri colleghi, da una parte e dall'altra dell'emiciclo, ci hanno sollecitato, ossia quello dei collaboratori parlamentari. Abbiamo avviato un tavolo di confronto con i colleghi della Camera dei deputati che riguarda lo status dei collaboratori parlamentari, nell'intento di trovare una soluzione condivisa sull'argomento. La questione è conosciuta ed è importante. Va specificato però che ci sono differenze fra i due rami del Parlamento.

In Senato, già dalla scorsa legislatura, chiediamo copia del contratto di lavoro e della comunicazione che dev'essere inviata ai competenti uffici territoriali del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Ogni senatore può chiedere quindi l'accredito presso il Senato della Repubblica esclusivamente per i collaboratori con i quali abbia instaurato un rapporto di lavoro di durata non inferiore a sei mesi, a titolo oneroso, consegnando al Servizio di questura e del cerimoniale copia della comunicazione del contratto. Con una delibera che è stata fatta a suo tempo, nella regolamentazione della figura dei collaboratori parlamentari è stata definita una prestazione minima di venticinque ore mensili, pari a 375 euro. Se questa però si porta a quaranta ore alla settimana, il compenso mensile è di circa 2.400 euro. Se le ore sono trentasei, scende invece a 2.160. Sto parlando chiaramente di retribuzioni minime, non massime. Questo è il punto di partenza. Se le paragoniamo alle retribuzioni del Parlamento europeo, che si attestano all'incirca su quarantuno ore settimanali, vediamo che ammontano a circa di 2.345 euro al mese, rimanendo quindi di poco inferiori. In Senato non può entrare chi non ha depositato il contratto, ha un minimo di venticinque ore mensili e non ha trasmesso la comunicazione al Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Questo per favorire l'affermazione di un percorso di trasparenza che il Senato vuole fare anche con i nostri collaboratori.

Come ho già detto prima, però, ribadisco l'importanza di un tavolo di confronto con l'altro ramo del Parlamento, proprio al fine di definire soluzioni condivise e individuare così una risposta concreta alla questione dei collaboratori parlamentari. È proprio quello che faremo, visto anche che con la riduzione dei parlamentari dei due rami del Parlamento nella prossima legislatura è sempre più importante la collaborazione di chi si ha vicino. Proprio per questo motivo mi permetto, anche a nome dei colleghi Arrigoni e Bottici, di chiedere al collega De Falco di ritirare i tre ordini del giorno che ha presentato, se ritiene che il nostro impegno possa essere valido.

[…]

 

PRESIDENTE. Comunico che sono stati presentati gli ordini del giorno G1, G2 e G3[1], a firma del senatore De Falco. Chiedo pertanto al proponente se accetta di ritirare tali ordini del giorno, come richiesto dal senatore Questore De Poli.

 

DE FALCO (Misto-+Eu-Az). Signor Presidente, prendo atto dell'invito dei senatori Questori e ritiro gli ordini del giorno, con la speranza che effettivamente si avvii un percorso, che possa portare a una maggiore trasparenza, che ci è richiesta dalla popolazione, sui contratti dei nostri collaboratori, che spesso e volentieri purtroppo, sono effettivamente oggetto di distorsioni e di irregolarità. Sono molto lieto del fatto che si avvii un tavolo paritetico con la Camera dei deputati e che si possa arrivare, sperabilmente a breve, a rendere pubblici questi contratti, in modo tale che nessuno possa dubitare della serietà del Parlamento italiano.

[…]

LAFORGIA (Misto-LeU). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

LAFORGIA (Misto-LeU).

[…]

Concludo il mio intervento con una sottolineatura che mi sta a cuore e che credo debba stare a cuore a tutti i colleghi. Sono molto contento di questa assunzione, nella relazione del senatore De Poli, di un tema importante come quello dell'inquadramento dei collaboratori parlamentari sul piano della loro professione e professionalità. Mi sento molto in sintonia con il contenuto degli ordini del giorno di cui si parlava, poi naturalmente ciascuno di noi era alle prese con la possibilità di depositarli e non lo ha fatto proprio perché l'orientamento di fondo è quello di costruire un passaggio all'insegna di una compattezza che non tralasciasse questo tema. Lo dico perché la considero una responsabilità che dobbiamo esercitare fino in fondo, quindi va bene il tavolo di raccordo con la Camera, vanno bene gli impegni assunti.

Bisogna prendersi la responsabilità di legare alcuni ragionamenti che spesso echeggiano in quest'Aula, e che sono anche oggetto di una traduzione in termini di iniziativa legislativa che spesso esercitiamo, con i comportamenti che poi mettiamo in campo e con la coerenza di quei comportamenti. Spesso, infatti, parliamo della dignità del lavoro, di come - tanto più nella fase che stiamo vivendo - dobbiamo aggredire il tema della precarietà del lavoro e di chi questa precarietà la vive quotidianamente, quindi coerenza vorrebbe che questo ragionamento venisse legato, nel caso specifico dei collaboratori parlamentari, ad un impegno diretto a un inquadramento professionale. Ci sono dei modelli che non dobbiamo inventarci - penso al modello europeo inteso innanzitutto come quel modello a cui fa riferimento il Parlamento europeo - che si possono implementare con grande semplicità, nel segno della trasparenza, del rispetto e della dignità di chi lavora con noi e penso sia un modo per riscattarci da questa immagine, da questa maglietta che spesso ci fanno indossare, da questo stigma che portiamo come casta che ha interesse a opacizzare qualsiasi ragionamento. Possiamo dare un contributo ulteriore a uscire da questa ombra opaca proprio facendo un'operazione positiva per i collaboratori parlamentari ma anche per noi, nel senso di rendere la nostra attività ancora più efficace, più funzionale e soprattutto più disponibile a costruire un legame tra quello che facciamo e la vita reale delle persone.

Ringrazio quindi nuovamente il Collegio dei Senatori Questori, naturalmente il Presidente che in questo momento presiede l'Assemblea, il Consiglio di Presidenza e tutti i colleghi.

 

[…]

BINETTI (FIBP-UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BINETTI (FIBP-UDC).

Devo dire che i ringraziamenti non possono finire qui. Ho partecipato diverse volte quest'anno agli incontri mensili del sabato promossi dalla Presidente del Senato, la senatrice Elisabetta Alberti Casellati. Il Senato è cultura e in questi incontri aperti noi romani, devo dire la verità, abbiamo la fortuna di invitare per far partecipare persone perché godano dello spessore culturale di quello che è il Senato, affinché capiscano la bellezza della musica in questa Sala; si rendano conto della bellezza della Sala, ma anche delle sue possibilità acustiche. Il che dà l'idea di essere in una istituzione di altissimo profilo culturale.

Abbiamo goduto anche - perché no? - di una collaborazione assoluta del personale, di tutti i consiglieri parlamentari e i collaboratori presenti in Aula e qua fuori. Possiamo dire, se volete un po' sorridendo, che non è mai mancata una mascherina a nessuno di noi perché, prima di entrare in Aula, c'è sempre qualcuno che ci offre una mascherina a tutela nostra e degli altri con la mediazione dell'amabilità e della gentilezza del personale, che è veramente la cifra e lo stile del Senato.

Certamente, tutto ciò è molto bello e riempie il cuore di speranza: le più alte istituzioni dello Stato sono in grado di garantire qualità di servizio sotto il profilo umano, scientifico, tecnico e culturale. Cosa ci preoccupa in questo contesto? L'hanno detto anche i colleghi intervenuti prima. Per esempio, ci preoccupa quel personale che, invece, circonda il Senato in condizioni di maggiore fragilità. Penso oggettivamente ai nostri collaboratori parlamentari e non mi riferisco soltanto alla dimensione economica perché sembra che tutto questo si debba tradurre in una contrattualità cui risponde questa o quella cifra. Mi riferisco all'investimento professionale che le persone impegnate in questo ruolo possono avere rispetto alla loro vita. Cosa può fare dopo un collaboratore parlamentare se non si istituisce una figura con un profilo che gli permette di spenderlo non solo curricularmente, ma anche, a sua volta, per una continuità nel lavoro in un contesto di fragilità?

Penso anche a un altro tipo di personale, a quello dei nostri Gruppi. Quando torneremo dalle vacanze di Natale, saranno passati tre anni, il 60 per cento della legislatura. Ne troveremo davanti una parte più ridotta e sappiamo che essa prelude a una sorta di collo di bottiglia, un imbuto perché, se adesso siamo 321, tra un paio di anni i senatori saranno soltanto 200. Cosa ne sarà del personale dei nostri uffici, delle loro competenze acquisite, dello stile di lavoro e del rigore che ha fatto e fa la struttura portante del lavoro non solo dei Gruppi, ma attraverso loro anche dell'intero Senato? Ecco, vorrei che da questa legislatura si pensasse anche a soluzioni ponte che creano quel piano inclinato per cui non si dovrà ricominciare tutto daccapo. Se Dio vuole, questa legislatura durerà ancora due anni, ma non lo sappiamo: qualcuno se lo augura, mentre qualcuno auspica un cambiamento. Cosa succederà dopo? Che tipo di aspettativa di professionalità in termini di sicurezza, garanzia di competenza, ma anche in termini di tutela di competenze acquisite? Non dimentichiamo che il vero investimento che il Senato fa è nell'acquisire ogni volta nuove competenze. In un certo senso, funziona come una learning organization, in cui, di volta in volta, si acquisiscono nuove competenze. Per esempio, tutta la digitalizzazione spinta di questi ultimi mesi ha costituito un arricchimento personale, ma anche istituzionale.

Non posso che dire grazie al personale, al Segretario generale, la dottoressa Serafin, al dottor Toniato, al dottor Sandomenico, che nell'Aula e dall'Aula ci aiutano e ci assistono in tanti modi e in tante occasioni. Grazie lo dico mille volte, ma, come collega, lo dico in modo particolare al dottor Marini, che si è preso cura della salute di ognuno di noi sempre e in qualunque manifestazione.

Noi vorremmo che davvero, da questo punto di vista, il Senato facesse scuola e fosse un modello di istituzione che garantisce obiettivi, trasmette cultura e, nonostante tutto, è un'oasi di pace in cui si può lavorare bene, serenamente e costruttivamente, cosa che non sempre accade.

 

[…]

 

LANZI (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

LANZI (M5S). Signor Presidente, gentili colleghe e colleghi, vorrei intervenire oggi con una premessa e un auspicio. La premessa riguarda la modalità di approvazione del bilancio interno del Senato ed è fondata su una anomalia, se vogliamo chiamarla così. Ai sensi dell'articolo 165 del Regolamento, il progetto di bilancio e il conto consuntivo delle entrate e delle spese del Senato sono predisposti dai senatori Questori e deliberati dal Consiglio di Presidenza, per poi essere trasmessi al Presidente della 5a Commissione permanente ed infine sottoposti al voto dell'Assemblea: è il voto di oggi.

Il progetto cui si riferisce l'articolo 165, che oggi votiamo, è relativo a un bilancio di previsione, come indicato, del resto, nel documento predisposto annualmente dai senatori Questori. Per definizione è un progetto di bilancio preventivo e si riferisce all'esercizio finanziario successivo a quello in cui esso viene redatto e approvato. Tuttavia, la prassi strana, affermatasi negli ultimi anni qui in Senato, va nella direzione diametralmente opposta, in quanto il progetto di bilancio preventivo per l'anno 2020 è quella che noi approviamo oggi, a metà dicembre, quando mancano solo due settimane al termine dell'anno. Negli ultimi due anni è successa la stessa cosa: il bilancio preventivo dell'anno contabile in corso è sempre stato approvato alla fine dello stesso e non alla fine del precedente.

Concludo questa premessa nella speranza che il bilancio del 2021 lo si possa realizzare entro il primo trimestre o semestre del prossimo anno, così da consentire, a ciascun senatore e all'Assemblea nel suo insieme, di esercitare i poteri di indirizzo in ordine alla programmazione della spesa. Fa piacere che anche il senatore Tosato sia dello stesso parere.

Dopo questa premessa, è doveroso intervenire riprendendo il filo di un discorso avviato in quest'Aula lo scorso anno. Da parte dei colleghi senatori Questori, c'è stato un impegno formale ad affrontare il tema della regolamentazione dei nostri collaboratori.

Il senatore anziano De Poli affermò in quest'Aula che il Collegio dei Questori avrebbe suggerito in Consiglio di Presidenza di valutare l'opportunità di individuare tipologie contrattuali specifiche e modalità di pagamento per i collaboratori parlamentari, al fine di garantire loro una retribuzione proporzionale e adeguata al lavoro prestato, analogamente all'impegno della Camera dei deputati, nell'intento di trovare una soluzione unica. Aggiungo che lo ha ribadito anche poco fa, in maniera ancora più dettagliata. Quindi, il tema è attenzionato.

Capisco che in quest'anno di crisi pandemica, in cui anche l'amministrazione del Senato ha avuto molto da fare, sia stato difficile lavorare su più tavoli, ma credo che la questione debba essere messa all'ordine del giorno del Consiglio di Presidenza quanto prima. Riconoscere la figura del collaboratore parlamentare e disciplinare in modo migliore il rapporto di lavoro con il proprio senatore è un dovere non più rimandabile.

Con la storica riforma della riduzione del numero dei parlamentari, da noi fortemente voluta, si pone ora il tema di normare, insieme alle necessarie modifiche legislative e regolamentari conseguenti alla riforma costituzionale, la funzione che quotidianamente viene svolta dai nostri collaboratori. Staff preparati e retribuiti con correttezza e trasparenza saranno ancor più necessari con l'aumento del lavoro per ogni singolo senatore, inevitabile visto che il numero delle Commissioni e degli impegni e rimarrà inalterato.

So della presentazione di alcuni disegni di legge[2] certamente da supportare su questo tema, che però può essere risolto semplicemente con un voto in Consiglio di Presidenza. Il Consiglio di Presidenza è il vertice amministrativo del Senato e deve affrontare i problemi e risolvere le questioni rimaste in sospeso da tempo; non può prestarsi a divenire il luogo dove temi scomodi o che non convengono economicamente ad alcuni partiti politici non maturano mai.

Colleghi, parliamo quotidianamente dei problemi dei diritti dei lavoratori. Non possiamo permettere che nella casa di tutti gli italiani, dove spesso chi assiste il parlamentare viene sottopagato o retribuito con forme contrattuali inadeguate, questa situazione rimanga irrisolta.

Concludo nella speranza - ma sono certo che sarà così - che il Collegio dei Questori lavorerà concretamente su questa tematica, in modo parallelo a quello del lavoro delle Commissioni competenti sui disegni di legge, per arrivare entro la fine della legislatura a una normativa finalmente più trasparente nel rapporto tra parlamentari e collaboratori.

Gentili senatori Questori, il mio intervento non deve lasciare il tempo che trova. Non sarebbe accettabile assistere ad altri dodici mesi d'inerzia per ritrovarci, nel dicembre 2021, a dover mettere in atto un tira e molla anche solo per la presentazione di un semplice ordine del giorno al bilancio interno.

Concludendo, oggi ho il piacere di esprimere la posizione del MoVimento 5 Stelle sul voto del progetto di bilancio interno del Senato, che certamente sarà favorevole. Sono stati svolti buoni lavori in merito all'ottimizzazione delle risorse economiche disponibili. Non posso che compiacermi per l'avvio delle procedure concorsuali per il rinnovo del personale presente negli uffici interni, nuova linfa per l'anima stessa del Senato, personale indispensabile per il corretto funzionamento delle istituzioni. Grazie ancora per il lavoro svolto che, spero, da buono diventi eccellente il prossimo anno. (Applausi).

 

ALLEGATO 1

ORDINI DEL GIORNO

G1

De Falco

Ritirato

Il Senato,

        in sede di esame del Doc. VIII, n. 6, recante il Progetto di bilancio del Senato per l'anno finanziario 2020,

        premesso che:

            ad oggi, gli organi competenti del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati non hanno ancora provveduto a riconoscere la figura professionale del collaboratore parlamentare e disciplinare il rapporto di lavoro che intercorre tra parlamentari e collaboratori;

            l'assenza di riconoscimento e regolamentazione e la mancata individuazione di modelli contrattuali ai quali il parlamentare possa fare riferimento determinano una serie di gravi problemi;

            in particolare, non si assicura una diretta relazione fra l'incarico ricoperto, il numero di ore lavorate e la retribuzione, non vi è chiarezza circa la titolarità degli oneri fiscali e previdenziali a carico del datore di lavoro, non vi è trasparenza circa la gestione dei rapporti di lavoro e le relative risorse a tal fine stanziate dal Senato della Repubblica;

            nel bilancio interno del Senato non esiste una voce specifica e vincolata riferita ai collaboratori;

            la mancata regolamentazione della figura professionale del collaboratore parlamentare lascia quindi il rapporto di lavoro alla sola e unica contrattazione fra le parti, con il rischio, ampiamente rilevato dai media nonché dal rapporto 2014 dell'Istituto di ricerche sulla pubblica amministrazione - dal titolo «I collaboratori dei parlamentari. Il personale addetto alla politica», di produrre distorsioni e irregolarità nel rapporto di lavoro;

            gli uffici del Parlamento nel tempo hanno trattato in modo analitico della condizione contrattuale dei collaboratori parlamentari sia dal punto di vista ordinamentale sia dal punto di vista economico (per tutti si veda il «Trattamento economico dei deputati in Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Parlamento europeo» a cura del Servizio per le competenze dei parlamentari del 9 aprile 2013) facendo emergere l'assoluta anomalia italiana di mancanza di regolazione e risorse comparabili con quelle delle altre realtà parlamentari;

            in molti Paesi europei, la figura del collaboratore parlamentare è stata riconosciuta attraverso una chiara definizione e una puntuale e trasparente disciplina della materia, nella quale sono esplicitate le diverse configurazioni del rapporto di lavoro (natura autonoma o subordinata), i vari tipi contrattuali, i tetti finanziari e il numero massimo di collaboratori e tirocinanti per parlamentare, il responsabile dell'erogazione della retribuzione, nonché dei contributi fiscali e previdenziali, eventuali requisiti e incompatibilità, nonché le modalità di svolgimento e di risoluzione del rapporto di lavoro;

            il Parlamento europeo il 28 settembre 2005 ha adottato lo «Statuto dei parlamentari del Parlamento europeo» (2005/684/CE, Euratom), che all'articolo 21 stabilisce che i deputati hanno diritto ad essere assistiti da collaboratori personali da loro liberamente scelti e che il Parlamento copre le spese effettivamente sostenute per l'impiego degli assistenti e fissa le condizioni per l'esercizio di questo diritto; inoltre, con una decisione dell'Ufficio di Presidenza del 19 maggio 2008, ha adottato le «Misure di attuazione dello Statuto», il cui capitolo 5 è dedicato ai collaboratori personali dei deputati;

            negli ultimi anni, in occasione dei lavori per l'approvazione del bilancio interno del Senato della Repubblica, sono stati depositati, discussi, approvati o comunque in tutto o in parte trasfusi in ordini del giorno generali dell'istituzione, numerosi ordini del giorno sull'argomento ai quali, tuttavia, non è stata data alcuna attuazione,

        impegna il Consiglio di Presidenza e il Collegio dei Questori, nell'ambito delle rispettive competenze, a riconoscere la figura del collaboratore parlamentare e a disciplinare tempestivamente il rapporto di lavoro fra senatore e collaboratore, avvalendosi del contributo delle associazioni maggiormente rappresentative dei collaboratori parlamentari e tenendo conto delle disponibilità di bilancio maturate a seguito dei risparmi conseguiti negli ultimi esercizi e dell'entrata in vigore della legge costituzionale 19 ottobre 2020, n. l, recante «Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari», nel rispetto dei seguenti principi: a) gestione amministrativa e finanziaria ricondotta in capo all'amministrazione del Senato, ferme restando la natura fiduciaria del rapporto di lavoro e la durata del contratto di collaborazione, legata alla durata della legislatura e del mandato parlamentare; b) istituzione di una voce nel bilancio interno del Senato della Repubblica vincolata, adeguatamente finanziata e destinata esclusivamente alla retribuzione dei collaboratori parlamentari contrattualizzati; c) individuazione di tipologie contrattuali specifiche e relative fasce retributive mutuando quanto in uso per i collaboratori dei senatori facenti parte del Consiglio di Presidenza o presidenti di Commissione, nonché la disciplina degli uffici di diretta collaborazione della Presidenza del Consiglio dei ministri e dei ministeri.


G2

De Falco

Ritirato

Il Senato,

            in sede di esame del Doc. VIII, n. 6, recante il Progetto di bilancio del Senato per l'anno finanziario 2020,

        premesso che:

            ad oggi, gli organi competenti del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati non hanno ancora provveduto a riconoscere la figura professionale del collaboratore parlamentare e disciplinare il rapporto di lavoro che intercorre tra parlamentari e collaboratori;

            l'assenza di riconoscimento e regolamentazione e la mancata individuazione di modelli contrattuali ai quali il parlamentare possa fare riferimento determinano una serie di gravi problemi;

            in particolare, non si assicura una diretta relazione fra l'incarico ricoperto, il numero di ore lavorate e la retribuzione, non vi è chiarezza circa la titolarità degli oneri fiscali e previdenziali a carico del datore di lavoro, non vi è trasparenza circa la gestione dei rapporti di lavoro e le relative risorse a tal fine stanziate dal Senato della Repubblica;

            nel bilancio interno del Senato non esiste una voce specifica e vincolata riferita ai collaboratori;

            la mancata regolamentazione della figura professionale del collaboratore parlamentare lascia quindi il rapporto di lavoro alla sola e unica contrattazione fra le parti, con il rischio, ampiamente rilevato dai media nonché dal rapporto 2014 dell'Istituto di ricerche sulla pubblica amministrazione - dal titolo «I collaboratori dei parlamentari. Il personale addetto alla politica» -, di produrre distorsioni e irregolarità nel rapporto di lavoro;

            la mancata regolamentazione comporta anche delle palesi disparità di trattamento intercorrenti tra collaboratori di parlamentari aventi incarichi presso l'Ufficio di Presidenza o Presidenti di Commissioni e collaboratori di parlamentari privi di incarichi;

            mentre i primi sono contrattualizzati, attraverso un "decreto", con l'amministrazione parlamentare, che si fa carico dell'erogazione degli emolumenti e di tutti i correlati oneri fiscali e contributivi, i secondi sono contrattualizzati dai singoli parlamentari e ricevono solitamente un trattamento economico meno favorevole e talvolta non hanno diritto a ferie, malattia, maternità né ad un trattamento di fine rapporto,

        impegna il Consiglio di Presidenza e il Collegio dei Questori, nell'ambito delle rispettive competenze, ad assumere tutte le iniziative necessarie a rimuovere le disparità di trattamento esistenti tra collaboratori assunti a "decreto" e collaboratori di parlamentari privi di incarichi.

G3

De Falco

Ritirato

II Senato,

            in sede di esame del Doc. VIII, n. 6, recante il Progetto di bilancio del Senato per l'anno finanziario 2020,

        premesso che:

            ad oggi, gli organi competenti del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati non hanno ancora provveduto a riconoscere la figura professionale del collaboratore parlamentare e disciplinare il rapporto di lavoro che intercorre tra parlamentari e collaboratori;

            l'assenza di riconoscimento e regolamentazione e la mancata individuazione di modelli contrattuali ai quali il parlamentare possa fare riferimento determinano una serie di gravi problemi;

            in particolare, non si assicura una diretta relazione fra l'incarico ricoperto, il numero di ore lavorate e la retribuzione, non vi è chiarezza circa la titolarità degli oneri fiscali e previdenziali a carico del datore di lavoro, non vi è trasparenza circa 1a gestione dei rapporti di lavoro e le relative risorse a tal fine stanziate dal Senato della Repubblica;

            nel bilancio interno del Senato non esiste una voce specifica e vincolata riferita ai collaboratori;

            la mancata regolamentazione della figura professionale del collaboratore parlamentare lascia quindi il rapporto di lavoro alla sola e unica contrattazione fra le parti, con il rischio, ampiamente rilevato dai media nonché dal rapporto 2014 dell'Istituto di ricerche sulla pubblica amministrazione - dal titolo «I collaboratori dei parlamentari. Il personale addetto alla politica» -, di produrre distorsioni e irregolarità nel rapporto di lavoro;

            gli uffici del Parlamento nel tempo hanno trattato in modo analitico della condizione contrattuale dei collaboratori parlamentari sia dal punto di vista ordinamentale sia dal punto di vista economico (per tutti si veda il «Trattamento economico dei deputati in Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Parlamento europeo» a cura del Servizio per le competenze dei parlamentari del 9 aprile 2013) facendo emergere l'assoluta anomalia italiana di mancanza di regolazione e risorse comparabili con quelle delle altre realtà parlamentari;

            in molti Paesi europei, la figura del collaboratore parlamentare è stata riconosciuta attraverso una chiara definizione e una puntuale e trasparente disciplina della materia, nella quale sono esplicitati le diverse configurazioni del rapporto di lavoro (natura autonoma o subordinata), i vari tipi contrattuali, i tetti finanziari c il numero massimo di collaboratori e tirocinanti per parlamentare, il responsabile dell'erogazione della retribuzione, nonché dei contributi fiscali e previdenziali, eventuali requisiti e incompatibilità, nonché le modalità di svolgimento e di risoluzione del rapporto di lavoro;

            il Parlamento europeo il 28 settembre 2005 ha adottato lo «Statuto dei parlamentari del Parlamento europeo» (2005/684/CE, Euratom), che all'articolo 21 stabilisce che i deputati hanno diritto ad essere assistiti da collaboratori personali da loro liberamente scelti e che il Parlamento copre le spese effettivamente sostenute per l'impiego degli assistenti e fissa le condizioni per l'esercizio di questo diritto; inoltre, con una decisione dell'Ufficio di Presidenza del 19 maggio 2008, ha adottato le «Misure di attuazione dello Statuto», il cui capitolo 5 è dedicato ai collaboratori personali dei deputati;

            negli ultimi anni, in occasione dei lavori per l'approvazione del bilancio interno del Senato della Repubblica, sono stati depositati, discussi, approvati o comunque in tutto o in parte trasfusi in ordini del giorno generali dell'istituzione numerosi ordini del giorno sull'argomento ai quali, tuttavia, non è stata data alcuna attuazione;

        impegna il Consiglio di Presidenza e il Collegio dei Questori, nell'ambito delle rispettive competenze, a pubblicare nel mese di gennaio di ciascun anno sul sito del Senato della Repubblica i dati aggregati delle singole tipologie contrattuali dei collaboratori parlamentari depositati, elencando per ciascuna tipologia: numero, durata e retribuzione media

 

ALLEGATO 2

Disegni di legge, annunzio di presentazione

Senatori De Falco Gregorio, Fattori Elena, Di Marzio Luigi, Nugnes Paola

Disciplina del rapporto di lavoro tra parlamentari e loro collaboratori e corrispondente riduzione degli emolumenti dei parlamentari (2050)[3]

(presentato in data 14/12/2020).

 

[1] I testi sono riportati nell’Allegato 1.

[2] V. Allegato 2.

[3] La scheda del disegno di legge può essere consultata al seguente link, tratto dal sito istituzionale del Senato della Repubblica: http://www.senato.it/leg/18/BGT/Schede/Ddliter/53590.htm .

Scarica il file: AICP_Estrattoresoconto_Bilancio_interno_Senato_2020_12_16.pdf