S. Rizzo su L'Espresso ricorda il paradosso dei collaboratori parlamentari

In un articolo de L'Espresso del 15 dicembre 2023 dedicato  al finanziamento dei partiti (articolo qui allegato), Sergio Rizzo evidenza l'effetto che la scarsità delle risorse pubbliche destinate ai partiti sta avendo, di riflesso, sulle risorse disponibili alla contruattualizzaione dei collaboratori parlamentari. 

Questo il relativo stralcio: 

(...) La legge voluta da Enrico Letta e sostenuta anche da Forza Italia e dalla Lega ha azzerato i rimborsi elettorali sostiuendoli con la formula del 2 per mille dell'Irpef che i cittadini possono destinare ai partiti con la denuncia dei redditi. Un giro di vite tremendo, per com'erano abituati. Che si rifeltte anche sui contributi dei privati e delle aziende (non possono dare ai partiti più di 100 mila euro l'anno) ma soprattuto sulla parte più debole del parlamento: i collaboratori degli onorevoli. Qiesti già vergognosamente sottopagati, ma ora la somma mensile versata ai parlamentari per provvedere ai loro stipendi viene addirittura in gran parte nelle casse del partito. Con meno collaboratori e peggio pagati perché i soldi che servirebbero per loro devono andare al partito, anche il lavoro dei parlamentari ne risente in modo significativo. Ne va del fuzionamento della democrazia parlamentare. Ma nessuno se ne preoccupa perché l'attività legislativa è ormai tutta nelle mani del governo. Deputati e senatori devono soltanto premere un bottone dietro le direttive dei capi del partito. (...)"


L'AICP ringrazia l'autore per il richiamo espresso alla condizione dei collaboratori parlamentari e ne apprezza particolarmente l'aver centrato il nesso fondamentale tra riconoscimento economico-professionale e qualità del funzionamento della democrazia parlamentare. 

Scarica il file: 2023_12_15_L_Espresso_S_Rizzo_finanziamento_partiti.pdf