Camera. Collaboratori parlamentari: regolamento con troppi punti oscuri

CAMERA. COLLABORATORI PARLAMENTARI: REGOLAMENTO CON TROPPI PUNTI OSCURI

(DIRE) Roma, 19 dic. -

"La proposta di regolamentazione sui COLLABORATORI parlamentari che e' filtrata dall'Ufficio di Presidenza ha troppi punti oscuri". Con queste parole il Direttivo dell'Associazione Italiana Collaboratori Parlamentari, illustra la posizione emersa dalla riunione con i soci sul modello avanzato dal Collegio dei Questori nello scorso Ufficio di Presidenza, che vorrebbe essere un freno alle irregolarita' che si registrano nei rapporti di lavoro dei dipendenti dei deputati.

"Dobbiamo essere consapevoli - spiega il Direttivo - che una riforma sbagliata rischia di mettere una toppa che si potrebbe rivelare peggiore del buco che si propone di coprire. In questo caso i motivi di preoccupazione sono molti. Cio' che contestiamo anzitutto e' il mancato coinvolgimento dei Collaboratori parlamentari, che si trovano a commentare una proposta che non e' mai stata loro di fatto neppure presentata. Una regolamentazione minimale, nata senza un confronto con i diretti interessati, che lascia spazio a preoccupanti interrogativi.

Quello che noi abbiamo sempre chiesto e' una voce di bilancio separata destinata solo al pagamento dei Collaboratori - ferma restando la possibilita' per la Camera di istituire una voce di spesa distinta destinata ad altre finalita' - mentre in questa proposta si lascia la possibilita' al deputato di continuare con il sistema attuale senza alcun ridimensionamento delle residue disponibilita' quale il ragionevole dimezzamento delle somme disponibili per le "spese per l'esercizio del mandato" in forza della volonta' espressa di non avvalersi alcun collaboratore.

L'effetto di una riforma che lasciasse la totale facoltativita' al deputato se aderire alla contrattualizzazione diretta del Collaboratore da parte della Camera, finirebbe con lo scoraggiare la contrattualizzazione del collaboratore alimentando forme dissimulate di collaborazioni quale quella di un utilizzo dei fondi "per l'esercizio del mandato" per finanziare il proprio partito - senza intaccare la parte del plafond non soggetta a rendicontazione - chiedendo magari in cambio al partito stesso di potersi avvalere di personale messo a disposizione da quest'ultimo. Insomma, il modello che va prefigurandosi lascerebbe ai deputati un enorme spazio di manovra, non virtuoso, per poter "giustificare" un rimborso che dovrebbe essere destinato esclusivamente al pagamento del collaboratore parlamentare e che potrebbe lasciare spazio a nuove forme di precarieta', di abuso o di lavoro nero. 
La nostra critica oggi non nasce quindi solo dall'ammontare delle risorse, che e' e rimane irrisoria rispetto a quelle impiegate in altri Parlamenti europei, ma principalmente dalla volonta' di evitare ulteriori forme di arbitrio, spazi per "furbizie" contrattuali, che costituiscono il principale presupposto per perpetuare scandali ed illegalita'."

"Confidiamo - termina il Direttivo - che la Presidente della Camera, la quale si e' mostrata tanto attenta alla nostra problematica, possa intervenire per correggere in profondita' una riforma che potrebbe tradursi in effetti ancor piu' gravi di quelli attualmente registrati e su cui confidiamo non voglia lasciare impresso il proprio nome. Il nostro appello e' invece che ci si sieda per la prima volta attorno ad un tavolo tecnico per costruire insieme una proposta di riforma seria, a partire dal modello virtuoso del Parlamento europeo, nonche' degli altri Parlamenti degli Stati membri".